Un’unica piattaforma per il backup e recovery riducono il downtime del 55%
Secondo stime di Gartner il costo medio di un downtime parte da una base di 5.600 dollari al minuto. Nonostante questo, molte aziende non hanno ancora definito una strategia di “High Availability” (HA) o Alta Disponibilità.
Quali sono le principali cause di downtime?
I downtime non pianificati sono un rischio spesso aggravato da approcci multi-prodotto e multi-vendor che limitano l’agilità e la disponibilità all’interno dell’architettura di backup e recovery di un’azienda. Implementare un’unica piattaforma completa di gestione dei dati può contrastare il rischio di downtime causato proprio dall’uso di un numero eccessivo di prodotti.
Un’indagine di IDC realizzata nel 2018 ‘Quantifying the Business Value of Commvault Software: Worldwide Customer Survey Analysis’, indica che le aziende che utilizzano un’unica piattaforma per il backup e recovery hanno ridotto il downtime del 55%.
Una singola soluzione può inoltre incrementare la produttività IT e ridurre i costi annuali, garantendo operazioni di backup e recovery più affidabili e veloci. Queste capacità sono in grado di migliorare i risultati di business e di rispondendo alle diverse esigenze, allontanando il rischio di downtime non pianificati.
Come impostare una corretta strategia di High Availability?
Una strategia di HA dovrà tenere in considerazione l’esigenza crescente di protezione dei dati in ambienti IT multi-cloud e ibridi in rapida crescita che richiedono flessibilità e sicurezza per fornire agilità di business. Backup e protezione dei dati sono fondamentali per l’alta disponibilità, insieme alla flessibilità con funzionalità versatili come la deduplica in ambienti cloud e policy di licenza per infrastrutture virtuali.
I clienti aziendali hanno bisogno di flessibilità per garantire alta disponibilità e una riduzione dei rischi all’infrastruttura dati, con la necessità di adattabilità integrata e una vasta gamma di opzioni di cloud storage per soddisfare questi requisiti. Da aggiungere anche le normative di protezione dei dati (ad esempio GDPR) e di diritto all’oblio e funzionalità richieste per la protezione by design, la notifica di violazione entro 72 ore, principi di minimizzazione dei dati, trasferimento e portabilità delle informazioni.
I cyberattacchi stanno diventando una delle principali cause di downtime.
Come inserire la sicurezza informatica in una strategia di HA?
Quando un attacco cyber supera le difese di sicurezza, le tecnologie di rilevazione delle minacce che ogni azienda dovrebbe possedere indicheranno anomalie rispetto ai modelli di comportamento e operativi standard. Le aziende sono responsabili non solo dei propri dati, ma anche di quelli dei clienti e devono garantire processi appropriati di backup e di ripristino su richiesta. Per ottimizzare la sicurezza dei dati in una strategia di HA, le aziende dovrebbero considerare disaster recovery e business continuity, attività monitorate in modo completo che possono offrire anche crittografia dei dati archiviati e di quelli in transito.
Gli attacchi dei ransomware WannaCry, Petya e NotPetya hanno colpito più di 150 paesi nel 2017, le aziende possono adottare un approccio con singola piattaforma per realizzare il backup dei dati in modo semplice, automatico e sicuro, riducendo il rischio di perdita dei dati a seguito di violazioni e garantendo livelli elevati di disponibilità delle informazioni.
Qual è l’impatto del cloud sulla disponibilità delle applicazioni?
Quando si considera l’impatto del cloud sulla disponibilità, è necessario un approccio appropriato, soprattutto per quanto riguarda l’integrazione. L’unione di molteplici applicazioni e soluzioni di disaster recovery in silo spesso crea problemi e può ostacolare l’efficacia dell’intera infrastruttura di dati. Le aziende dovrebbero quindi scegliere una piattaforma che operi con differenti soluzioni cloud e agevoli e semplifichi la disponibilità dei dati nel cloud.
Soluzioni hyperscale e multi-cloud garantiscono benefici significativi nella capacità di adattare i sistemi alle condizioni in evoluzione e rendere i dati disponibili indipendentemente da variabili di tempo e luogo (anche virtuale).
La disponibilità può essere a rischio anche nel caso in cui un cloud service provider subisse interruzioni di attività o di connessione per un lungo periodo. La migrazione al cloud è un’opzione interessante per la sua relativa facilità e accessibilità, ma ci sono difficoltà potenziali da affrontare nel ripristino dei dati e nell’assicurarne la disponibilità.
I risultati della ricerca sottolineano che un terzo delle aziende non ha un sito di disaster recovery. Quali sono i rischi correlati all’High Availability?
Nonostante la consapevolezza dell’importanza dei dati aziendali, oltre il 60% delle imprese non ha implementato un piano di disaster recovery documentato in caso di eventi disastrosi, sia naturali che dolosi.
Tra le best practice da includere in un piano di disaster recovery: ripristino dei dati off-site in una location secondaria, collaborare con partner di fiducia o avere un tema dedicato al DR. È importante che le aziende aggiornino in modo costante il loro piano di DR e effettuino test regolari applicando differenti situazioni.
I piani di disaster recovery richiedono una forte collaborazione tra molte figure, che includono tutte le linee di business. Per una strategia di HA efficace, è fondamentale realizzare test e prove in modo continuo e adattare e far evolvere gli strumenti utilizzati.