L’imperativo dei data center: come migliorare l’efficienza energetica
Riduzione dei costi e aumento dell’efficienza energetica
Mentre i lockdown stanno progressivamente terminando, ci si aspetta che molte economie entreranno in recessione. Le aziende e le organizzazioni si ritroveranno quindi a ridurre i costi, cercando di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi in termini di efficienza energetica.
Attualmente, un gran numero di organizzazioni si sta impegnando a ridurre le proprie emissioni di carbonio. Un esempio è dato da Microsoft, che ha annunciato di diventare carbon free entro il 2030, rimuovendo dall’atmosfera più carbonio rispetto a quanto ne produce.
Il raggiungimento dell’efficienza energetica dovrà avvenire all’interno di uno scenario economico difficile, in cui le spese aziendali, incluse quelle per l’IT, saranno sottoposte a controlli rigidi. Secondo IDC, nel 2020 la spesa IT mondiale è scesa del 5,1%, fino a 2,25 trilioni di dollari, nonostante quella per le infrastrutture IT è destinata ad aumentare ulteriormente.
In che modo le aziende possono risparmiare, migliorando le loro emissioni di carbonio? I data center e i sistemi UPS rappresentano una componente importante della soluzione.
Il trade-off dei data center
Negli ultimi decenni, nel momento di decidere il tipo di UPS da adottare, gli operatori dei data center si sono trovati di fronte al seguente trade-off:
- Opzione uno: alimentazione elettrica affidabile e qualità elevata. Questa tecnologia è nota come a “doppia conversione”. Come suggerisce il nome, converte la corrente alternata (AC) in corrente continua (DC), garantendo massima qualità e affidabilità della corrente elettrica.
Questa tecnologia di UPS, oltre a essere la più comune, offre come vantaggio principale il raggiungimento del massimo livello di disponibilità di energia.
- Opzione due: alimentazione elettrica meno affidabile ma gestione più economica. È un tipo di UPS noto come “modalità ECO”. Utilizza meno energia rispetto alla modalità a doppia conversione –solitamente un paio di punti percentuali in meno – ma l’alimentazione elettrica è meno affidabile.
All’interno dei data center, l’interruzione dell’alimentazione, anche per pochi millisecondi, può comportare gravi problemi alle prestazioni di un sistema IT, interrompendo un servizio o rallentando il rendimento dei server. Di conseguenza anche una minima variazione dei punti percentuali di prestazione può fare la differenza.
Interruzione dell’alimentazione
Secondo una ricerca pubblicata nel 2016 dal Ponemon Institute e sponsorizzata da Vertiv, il costo del tempo di inattività dei data center sta aumentando. Secondo l’indagine, tra il 2010 e il 2016 il costo del tempo di inattività è aumentato del 38% e, stando a quanto evidenziato dal Ponemon Institute, questa tendenza potrebbe portare il medesimo a raggiungere 1 milione di dollari. Il guasto di un UPS è stata la causa principale di interruzioni impreviste dei data center. Al fine di garantire la massima efficienza e affidabilità dell’alimentazione, riducendo al minimo i costi energetici, lo scorso anno Vertiv ha implementato una nuova funzionalità per alcuni UPS.
La soluzione Dynamic Online
La funzione, detta “Dynamic Online”, consente un’efficienza energetica fino al 99% senza sacrificare la disponibilità del carico. Questo 99% si può confrontare con il 94% di efficienza energetica di un UPS meno recente e al 97% che contraddistingue i modelli più recenti.
In termini di spesa, quanto investito in questa soluzione viene reso, solo in termini di risparmio energetico, nell’arco di 5 anni. Di fatti, chi ha adottato la soluzione Dynamic Online sta risparmiando l’equivalente della quantità di energia che verrebbe emessa guidando 28 volte intorno all’equatore con un’auto elettrica.
La modalità Dynamic Online offre ai data center efficienza energetica e prestazioni avanzate per i clienti da quando, circa cinque anni fa, le batterie agli ioni di litio sono state utilizzate come alimentazione di emergenza. La nuova funzionalità UPS di Vertiv aiuterà anche a supportare l’implementazione del 5G, il cloud computing e l’edge computing.