WD Ae: gli hard disk per data center di grandi dimensioni e per il Web
WD ha presentato l’innovativa linea di hard disk WD Ae progettati per le caratteristiche operative specifiche del livello di archiviazione all’interno di data center di grandi dimensioni e per il Web. Costruiti su una piattaforma pensata per ottenere un TCO (total cost of ownership) ottimale, gli hard disk WD Ae riducono al minimo possibile il consumo energetico e sfruttano un modello di Progressive Capacity™ per rendere possibile un nuovo livello di storage per infrastrutture cloud su larga scala.
La velocità sempre maggiore con cui i dati vengono creati, e la conseguente necessità di conservare, preservare ed estrarre valore da questi dati crea una sfida nuova e unica per chi realizza ed offre data center su larga scala. La gestione affidabile dei dati nel lungo termine per uno storage di dimensioni massive sta diventando ancor più critica. Gli strumenti e le tecnologie convenzionalmente usati per lo storage a basso costo non sono efficaci nei data center di grandi dimensioni, e questo fa emergere approcci completamente nuovi rispetto alle architetture di storage ed alle relative tecnologie.
Con un forte focus sulle caratteristiche tipiche dei cold data, WD ha guidato il mercato cold/archive con diverse generazioni di storage per archiviazione, evolvere attivamente verso una formula di prodotto in grado di fornire la combinazione ottimale tra costo/efficacia, efficienza energetica, densità storage e intensità applicativa. I dischi WD Ae sono pensati appositamente per l’archiviazione HDD con una densità areale eccezionale su una piattaforma meccanica ad ampio volume, che offre maggiore efficienza energetica e un modello di Progressive Capacity.
Alcune delle caratteristiche uniche della famiglia di hard disk WD Ae includono: una piattaforma densa a 5 platter, che offre un mix ottimale di potenza, prestazioni, capacità e costi; capacità superiori a 6TB; interfaccia SATA 6 Gb/s; e un carico di lavoro e tasso di affidabilità pari al workload di 60 TB e un Mean Time Before Failure (MTBF) di 500 Khrs.
Man mano che la tecnologia e i processi produttivi maturano nel tempo, la capacità incrementale aumenta. L’innovativo modello di capacità progressiva di WD consente la distribuzione di questi modelli di capacità incrementale superiore per sfruttare la loro piena capacità disponibile: 6.1 TB, 6.2 TB, o 6.3 TB, per esempio. Questi incrementi di capacità più specifici consentono di ottenere una capacità molto maggiore nel ciclo di vita di una piattaforma di prodotto. Con le dimensioni particolarmente estese delle applicazioni moderne, la disponibilità di incrementare la capacità ogni trimestre rappresenta un valore eccezionale per i data center, che possono migliorare in tema di capacità per drive, capacità per spazio volumetrico ed ottenere una riduzione del carico complessivo delle infrastrutture.
Se sulla maggior parte delle reti circa il 20-30 per cento dei dati è attivo, ed è comunemente indicato come “hot”, la maggior parte dei dati – il 70-80 per cento – è inattivo o “cold”, ovvero vi si accede raramente e viene modificato ancora meno spesso. Vista la problematica di memorizzazione di dati sulla scala di petabyte o exabyte, gli ecosistemi di cloud pubblico e privato sono incentrati alla creazione di livelli del tutto nuovi di storage per gestire differenti gradi di “temperatura dati.” Il livello di dati “cold” sta emergendo in maniera molto simile al modo in cui il livello “Tier 0” è emerso nel corso degli ultimi dieci anni per far fronte alle richieste di prestazioni critiche. Ora, il mercato sta aggiungendo un nuovo livello sul lato opposto dello spettro di temperatura dei dati, spesso definito come archiviazione, o “Tier 3”.
Lo storage a freddo nasce dalla pratica di creare un nuovo livello di informazioni a cui non si accede frequentemente per lunghi periodi di tempo, e può includere dati strutturati, non strutturati, o semi-strutturati che hanno un valore senza tempo, e per cui non si ha un programma preciso di recupero. Di conseguenza, i tempi di recupero dei dati possono essere meno serrati, rispetto alla velocità con cui si ha bisogno di recuperare i dati “caldi”.
In definitiva, con un’infrastruttura storage appositamente costruita e costi ottimizzati per i cold data, i dipartimenti IT sono in grado di fornire tempi di archiviazione e recupero dei dati a freddo/archiviati notevolmente migliori che superano le capacità di archiviazione a nastro obsolete, utilizzando al contempo soluzioni storage standard su disco che vengono abbondantemente utilizzate e comprese per realizzare valore applicativo ottimale e notevoli risparmi sui costi di archiviazione.